Storia del cammino

San Giacomo il Maggiore

sangiacomoL’apostolo, la cui tomba è venerata e conservata nel cuore della Cattedrale di Santiago de Compostela, è San Giacomo il Maggiore, fratello di Giovanni e figlio di Zebedeo, nonché, secondo la versione compostellana, primo vescovo della Chiesa di Gerusalemme dopo la morte di Gesù. L’apostolo, dopo l’Ascensione di Gesù, lasciò la Palestina per evangelizzare la penisola iberica, ma ebbe un misero successo, riuscendo a convertire e raccogliere attorno a sé solo una manciata di discepoli. Dopo diverse disavventure, Giacomo tornò a Gerusalemme, dove divenne capo della comunità cristiana. A Gerusalemme incontrò però la morte per decapitazione fra il 41 e il 44 d.C., per ordine di Erode Agrippa I. I pochi discepoli ispanici che l’avevano seguito trafugarono il corpo e lo caricarono su una barca senza equipaggio che, guidata dagli angeli, li condusse alla foce del fiume Ulla, presso il capo di Finisterre, in Galizia. Anche lì, però, i cristiani erano perseguitati e i discepoli dovettero difendere le spoglie del loro maestro dalle persecuzioni della Regina Lupa e da Re Duyo. Miracolosamente, la Regina Lupa si convertì alla fede cristiana e l’apostolo trovò sepoltura nella piana in cui sorgerà secoli dopo la città di Santiago de Compostela.

San Giacomo divenne il simbolo ed il protettore della Reconquista e fu quindi raffigurato come santo-guerriero, e denominato matamoros, “uccisore dei mori”. Si dice che numerose volte il santo sia intervenuto in modo decisivo per aiutare i cristiani a sconfiggere i mori nelle tante battaglie combattute nei secoli successivi.

Subito dopo la scoperta del sepolcro iniziarono i pellegrinaggi. I pellegrini confluivano lì da ogni parte d’Europa: la Via Lattea indicava la direzione da seguire.

 

Il Cammino di Santiago




Molti credono che il Camino de Santiago sia il sentiero che attraversa la Spagna settentrionale e che, partendo dai Pirenei, conduce fino alla cattedrale di Santiago de Compostela in Galizia, per terminare sull’oceano Atlantico, a Finisterre. In realtà, tale denominazione non indica un solo percorso, bensì infinite strade e sentieri che, da ogni parte d’Europa, conducono i pellegrini fino a Santiago e alle sponde dell’oceano.

Il Camino Francés è la più importante e famosa strada tra quelle che compongono il Cammino di Santiago, e divenne una vera e propria direttrice per i pellegrini: sfruttava vie di comunicazione preesistenti, soprattutto antiche vie romane, e venne munita di infrastrutture preziose, quali ponti, ostelli, ospitali, chiese, abbazie e monasteri che prestavano soccorso e accoglienza ai viandanti. Il punto di partenza del cammino francese è considerato la località di Saint-Jean-Pied-de-Port, e le strade francesi e spagnole che lo compongono sono riconosciute e tutelate dall’Unesco come itinerari storici e culturali, e, quindi, Patrimonio dell’Umanità. Il percorso è continuamente segnato nel versante francese da segni bianco-rossi e nel versante spagnolo da frecce gialle o da piastrelle in ceramica con fondo blu e conchiglia gialla murate sulle facciate delle case o su segnali stradali. Gli albergues, cioè ostelli per pellegrini, sono operativi lungo tutto il cammino per assicurare loro un letto e a volte un pasto caldo. Nella prima tappa del percorso si valicano i Pirenei per raggiungere la comunità autonoma spagnola Navarra, si attraversano poi le comunità di La Rioja, Castilla y León e infine la Galicia, della quale Santiago de Compostela rappresenta il capoluogo.

 

I simboli del cammino

concha1Il principale simbolo del pellegrino diretto a Santiago è la concha, la conchiglia: segno di vita, di rinascita, di purificazione, ma anche utile strumento per bere durante il cammino, perché pare che il suo uso derivi dagli antichi pellegrini che si cibavano di capesante e molluschi, conservandone poi il guscio. In merito c’è anche una leggenda: Teodosio e Attanasio, due discepoli di San Giacomo, mentre portavano le spoglie del santo in Galizia, si fermarono in un luogo chiamato Bouzas per celebrare un matrimonio. Durante le nozze, però, il cavallo dello sposo inciampò e cadde in acqua. La gente già piangeva la loro morte quando, improvvisamente, cavallo e sposo riemersero con il corpo interamente coperto di conchiglie, accanto alla barca che trasportava il santo. Tutti vi riconobbero un miracolo di San Giacomo, e così si assunse la conchiglia come simbolo del pellegrinaggio.

bordon1El bordón, il bastone del pellegrino, veniva dato al pellegrino all’inizio del suo viaggio con questa benedizione: “Ricevi questo bastone come sostegno alla marcia e al lavoro, per il cammino del tuo pellegrinaggio, perché tu possa vincere le trappole del nemico e arrivare a salvo ai piedi di Santiago, e dopo tutto il viaggio, tornare insieme con allegria, con il conforto di Dio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen” Aveva anche un significato mistico, perché rappresentava il terzo piede di appoggio del pellegrino, e doveva ricordargli in ogni momento la fede in Dio, nella cui devozione doveva continuare il suo cammino.

calabaza1La calabaza é un particolare tipo di zucca che durante il pellegrinaggio si era soliti portare legata al bastone. Dall’interno di questa zucca si ricavava una borraccia: originariamente vi si conservavano le razioni supplementari di vino che fornivano in alcuni albergues, dove i pellegrini arrivavano stanchi e malati.

freccia1Il simbolo della freccia gialla nasce dal senso di solidarietà e dall’intelligenza di alcuni pellegrini galiziani che decisero di aiutare i tanti pellegrini che affrontavano il cammino e che, per la scarsa presenza di segnaletica, tra gli anni ’70 e ’80 si perdevano continuamente lungo i sentieri che conducevano alla città di Santiago de Compostela. L’artefice ed inventore è stato Don Elías Valiña. Un giorno, poiché i cartelli in legno si deterioravano in breve tempo, egli trovò un secchio di vernice gialla abbandonata da degli operai ed ebbe un colpo di genio: segnalare il percorso del cammino di Santiago con una freccia di colore giallo di dimensione visibili dai pellegrini per aiutarli a non smarrire la strada. I vari percorsi sono stati segnalati con tante frecce gialle per imitazione grazie al lavoro certosino e silenzioso di tanti pellegrini e volontari.